Pirouettes – nulla di più facile!

Pirouettes – nulla di più facile!

Se volete scoprire perché Mary Poppins è la foto di copertina del mio articolo sulle pirouettes… beh, non potete far altro che continuare a leggere!

Nulla di più facile di una pirouette, e certo! La preparazione, poi, è semplicissima: giusto un plié in quarta posizione con il peso un po’ qua un po’ là, una bella spinta, fissi un punto intensamente e infine preghi tutti i santi del paradiso di riuscirci. Ed atterri. Easy peasy.

 Ragazzi, le pirouettes non sono facili e soprattutto non si fanno invocando tutti i santi del paradiso e SPERANDO di riuscirci. Non è questione di speranza, è questione di allenamento. Certo, una componente “genetica” esiste: alcuni di noi il giro ce l’hanno nel sangue e scattano la testa in modo preciso e veloce; altri, pur avendo un perfetto aplomb, non ce la fanno proprio a dare quello scatto rapido e tagliente. Questo non dev’essere però di ostacolo, anzi! Ogni limite può essere sorpassato con i giusti esercizi ed una buona dose di determinazione. 

Quindi, andiamo ad analizzare le componenti della pirouette:


IL RETIRE’

Molto prima di approcciarsi ad una pirouette va studiata la posizione di retiré: il posizionamento della gamba con il piede sotto al ginocchio (quantomeno all’inizio) come a voler raccogliere le rotula; il centro stabile, i fianchi abbassati, il tallone che spinge bene in avanti, mostrando tutta la sua bellezza. Naturalmente non possiamo dimenticarci della gamba di terra che continua imperterrita il suo lavoro muscolare di spinta nel pavimento e di allungamento, verso l’infinito e oltre.

Qui sotto un’immagine esemplificativa di un perfetto retiré, tratta dal blog A Ballet Education di David King, ormai famosissimo a livello mondiale. Consiglio vivamente la lettura del blog ad insegnanti e ai ballerini più esperti (e con un buon livello di inglese).

Fonte: A Ballet Education
LA POSTURA

Che ve lo dico a fare!

La postura è la chiave della danza classica.

A Ballet Blog

Ruota tutto intorno a questo punto focale. In questo caso faccio riferimento soprattutto al core, ovvero al centro: la zona addominale dev’essere forte, consapevole e da lì, come in ogni altro passo di danza, scaturisce l’energia.

LO SPOT

La testa deve imparare il famoso “scatto”, che ci consente di rendere il giro veloce e preciso: gli occhi fissano un punto e tornano lì, rapidissimi, in perfetto stile Mary Poppins. È necessario capire bene come funziona questo meccanismo ed allenarsi a parte. Non sottovalutatelo!

Ci sono essenzialmente due modi per usare lo spot, entrambi validissimi: il corpo gira per primo e gli occhi seguono; oppure gli occhi partono per primi ed il corpo segue. Dipende da come ve lo insegnerà il vostro maestro!

via GIPHY

IL DEMI-PLIE’

Il demi-plié, che sia in 4°, 5° o 2° posizione, funge da preparazione alle pirouettes. Se il demi-plié è storto o tecnicamente mal eseguito,  partite già male, anzi, malissimo! Un buon plié, ovvero una corretta disposizione del peso, è il primo passo verso una buona riuscita della pirouette. E ricordate: chi ben comincia è a metà dell’opera!

Nota. Anche qui ci sono vari modi di esecuzione del demi-plié in 4° posizione: demi-plié classico, con entrambe le gambe piegate (anche se il peso sarà sbilanciato sulla gamba davanti), quarta posizione con gamba dietro stesa (in stile Balanchine).

LE BRACCIA

Le braccia coordinano la spinta, ci danno forza e ci sostengono durante il movimento. Si potrebbe aprire un grande capitolo riguardante il port de bras nelle pirouettes: c’è chi le apre a la second e poi le chiude, chi non passa per la second e unisce direttamente in prima posizione. In ogni caso, devono essere coordinate al demi-plié e alla salita in relevé

LA FORZA

Quanta forza devo prendere per una singola pirouette? Quanta per una doppia? Meno di quanto pensiate!

Nelle pirouettes ci vuole il giusto equilibrio tra slancio e controllo. Un po’ come nella vita.

A Ballet Blog
RICERCA DELL’EQUILIBRIO

Questa affermazione è scontata, mi direte! Se vogliamo girare dobbiamo per forza stare in equilibrio! Io però intendo dire che l’equilibrio va ricercato costantemente DURANTE il giro.

Pensate alla Tour Eiffel: 312 metri di altezza, come fa a mantenere l’equilibrio? Grazie alla sua struttura DINAMICA: nonostante sia esposta a grandi folate di vento ciò che la mantiene eretta è proprio il suo dinamismo. Ovvero, la torre Eiffel si muove. E proprio grazie a questo movimento, assecondando quindi il vento, resta in piedi alla perfezione.

Nelle pirouettes la situazione non è differente: magari non ci saranno le folate di vento ma c’è il nostro corpo che, elevato sul relevé e quindi in equilibrio su una base ristretta, è soggetto alla forza del giro e sbilanciarsi è un attimo. Da qui l’importanza del core, del nostro centro e l’importanza di PERCEPIRE il giro mentre lo eseguiamo perché se lasciamo che una mosca ci faccia perdere l’equilibrio, siamo finiti. Il giro va salvato, sempre e comunque. Dev’essere il vostro mantra personale. Ricordatevi che tante volte, mentre girate e vi sentite sbilanciati, potete in realtà salvare la pirouette piuttosto dignitosamente. Se invece vi abituate a buttarla via, perché, tanto ormai eravate fuori asse, allora inizierete a farlo sempre.

La pirouette non è statica. Non è una posizione che resta immutata. Pensate solo al retirè: si alza prima della discesa per rendere la chiusura più controllata! E le braccia vi dovranno seguire mentre girate, non possono restarsene lì in balia del vento. Non scatta solo la testa, ma anche le spalle ed il bacino. Insomma, ricordiamoci che l’equilibrio non è un punto fermo nello spazio bensì una condizione che va costantemente ricercata. Anche DURANTE il giro.

LA FELICITA’

Come ci ha insegnato Peter Pan, per imparare a volare bisogna fare pensieri positivi. Io aggiungo che vale anche per le pirouettes! Questo approccio vi eviterà di entrate in quel circolo vizioso in cui una pirouette non viene e ci rimanete male, ci riprovate e ci rimanete malissimo, ci riprovate per la terza volta (fallendo) e decidete che la danza non fa più per voi. Insomma, una tragedia greca. Stiamo tranquilli, facciamo un bel respiro, diamo il giusto peso alle situazioni e non crucciamoci troppo. Arrabbiarvi non vi aiuterà. Prenderla con filosofia, sì! 

E se proprio un giorno le pirouettes non venissero, niente panico, fate l’esercizio senza girare e rimanendo in retiré! Mica è un dramma. Qualità prima della quantità, sempre e comunque.

Come vedete la pirouette è un grande puzzle: composta di mille pezzi che inconsapevolmente avete studiato sin dal primo giorno in sala di danza. Prima di poter assemblare il puzzle ed appenderlo in salotto, è necessario però dedicare del tempo ai singoli pezzi: li dovrete separare, quelli per la cornice e quelli per il centro, li dividerete per tonalità e colore. Allo stesso modo funziona per una pirouette: prima di approcciarsi al giro vero e proprio bisogna studiare, pazientemente e diligentemente, i vari componenti. 

Nota. Un libro intero non basterebbe per descrivere tecnicamente tutti i passaggi tecnici ed emotivi che compongono una pirouette. Questo articolo si focalizza meramente su una serie di consigli generici che, spero possano tornarvi utili!

Caspiterina, dimenticavo un punto fondamentale sulle pirouettes!

Dovete avere qualcuno che crede in voi. Che sia l’insegnante (si spera) o una compagna. Una spalla su cui piangere e che vi sostenga quando pensate di non farcela.

Ricordo quando in sala provavo la variazione della terza odalisca e mi preparavo per la diagonale di pirouettes doppie e triple in punta. Menomale che c’era la mia grande amica S. ad urlare a gran voce:”credi in te stessa!!!”. Me l’ha detto talmente tante volte che un giorno ho iniziato a crederci per davvero.

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